A fianco degli studenti contro l’Alternanza Scuola-Lavoro

Oggi 13 ottobre in piazza con gli studenti medi di Roma, Torino e Bologna a dire basta all’alternanza scuola-lavoro e al lavoro gratuito degli studenti. Migliaia di studenti medi in tutta Italia hanno finalmente preso parola contro uno dei cardini della “Buona Scuola” di Renzi, frutto di una visione aziendalistica ed elitaria della scuola (pubblica!).

Ma entriamo nel merito. Gli studenti in piazza oggi hanno dimostrato la loro contrarietà a una legge (legge 107/15) che è un vero e proprio regalo alle imprese: questi, durante il triennio, devono infatti offrire ore di lavoro gratuito (200 ore per i licei, 400 ore per gli istituti tecnici/professionali), che permetteranno alle grandi aziende di vedere diminuita la spesa per salari, magari anche licenziando qualche lavoratore regolare. Gli studenti devono insomma abituarsi sin da subito ad una vita lavorativa precaria, ad un mercato del lavoro dominato dallo sfruttamento e al lavoro non retribuito e poco qualificato.

Inoltre va ricordato che quasi due terzi dei ragazzi si sono ritrovati a svolgere mansioni generiche, dequalificate e ripetitive, che c’entrano poco o niente con il loro percorso studi. Senza parlare poi della vicenda di pochi giorni fa a La Spezia, dove un ragazzo si è infortunato cadendo da un muletto che guidava (illegalmente) durante le ore di alternanza scuola-lavoro.

Tutto questo non ci stupisce ma anzi è in linea con l’evoluzione della scuola pubblica italiana degli ultimi decenni. Finanziamenti privati a causa dei tagli ai finanziamenti pubblici, qualità dell’educazione legata sempre di più alle aziende, acquisizione di competenze sempre più generiche e un crescente divario tra istituti di serie A e quelli di serie B.

Noi Restiamo sostiene quindi fortemente gli studenti in piazza, rivendica la cancellazione della Buona Scuola e l’apertura di un tavolo di discussione con tutte quelle realtà che, come noi, auspicano l’abolizione dell’alternanza scuola-lavoro, partendo da alcune rivendicazioni, chiare e precise:

  • EDUCAZIONE PUBBLICA: la formazione tecnico-pratica deve rimanere pubblica, non in mano alle aziende
  • NESSUN INSERIMENTO DELLA VALUTAZIONE NELL’ESAME FINALE: non si può accettare che a giudicare gli studenti siano i privati, che pensano solo ai propri interessi
  • CONTRIBUTI DI LAVORO: l’ASL è un rapporto di lavoro e qualsiasi attività lavorativa deve essere associata al versamento dei contributi previdenziali
  • NO AL LAVORO GRATUITO: contro il precariato che ci viene imposto già dalle scuole superiori