Covid-19 e diritto allo studio, le nostre richieste!

La diffusione del Covid19 ha fatto emergere con più forza moltissimi problemi presenti nella nostra società che attanagliano in particolare le giovani generazioni. Un mese fa abbiamo iniziato una campagna di mobilitazione per il blocco degli affitti e utenze per giovani studenti e precari perché con l’inizio della quarantena moltissimi di noi hanno perso il lavoro e, dato che dal governo non è arrivato alcun tipo di tutela, non potevamo più permetterci il pagamento dell’alloggio e delle bollette.

All’interno dei vari coordinamenti regionali che abbiamo costruito in tutta Italia ci siamo riconosciuti come appartenenti ad una generazione che vive le stesse difficoltà perché tutti facciamo parte di un sistema che produce esclusione sociale rendendo impossibile l’accesso all’istruzione e ad un futuro degno. Nelle riunioni dei molti coordinamenti regionali e nell’assemblea nazionale del 19 aprile è stato riscontrato che oltre al problema dell’affitto siamo tormentati da altre difficoltà materiali che stanno diventando un’ipoteca sul nostro futuro e ci negano il diritto ad un’esistenza dignitosa: dalle altissime tasse universitarie che dobbiamo continuare a pagare, alla scarsità di aiuti per il diritto allo studio in questo momento di pandemia. Quindi abbiamo stilato un programma di rivendicazioni sulla questione universitaria che vogliamo unire con quelle sul blocco degli affitti e delle utenze. Se il governo e il MIUR continuano a stare in silenzio noi sappiamo quali sono i problemi e che cosa dobbiamo pretendere.

ABOLIZIONE DI TUTTE LE RATE DELL’ANNO ACCADEMICO IN CORSO E DEL PROSSIMO
Tutti gli studenti dovranno pagare nei prossimi mesi una o più rate delle tasse universitarie. Con il decreto Cura Italia il governo Conte ha prorogato il pagamento di poco più di un mese ma per noi questa misura non è abbastanza! Nell’emergenza che stiamo vivendo molti studenti e le loro famiglie hanno perso il lavoro e il governo ha dato pochissime tutele per le fasce più deboli della popolazione. Il pagamento della rata universitaria rappresenta un grosso problema. Le ultime rate sono quelle più alte per chi non ha un ISEE rientrante nelle prime fasce e non beneficia di borse di studio, ed inoltre sono quelle che aumentano per i fuori corso.

La crisi sanitaria in corso dimostra che la tassazione universitaria nega il diritto allo studio a sempre più studenti sulla base della loro condizione economica e la presentazione dell’attestazione ISEE in molti casi non aiuta poiché sempre meno studenti rientrano nelle fasce che permettono delle agevolazioni. Per questo, pretendiamo la totale abolizione delle tasse universitarie anche per il prossimo anno accademico. Sappiamo che l’emergenza sociale non finirà con la fine della quarantena e ci rifiutiamo di essere noi studenti a pagare questa crisi. Oltre alle tasse sappiamo che molti studenti, soprattutto i pendolari, devono continuare a pagare l’abbonamento ai mezzi pubblici che ora non stanno usando. Chiediamo, inoltre, l’immediato rimborso di tutto l’abbonamento.

EROGAZIONE IMMEDIATA DELLE BORSE DI STUDIO
L’Italia è tra i paesi con la tassazione universitaria più alta in Europa, e all’incirca solo uno studente su dieci riceve una qualche forma di sostegno. Le borse di studio, erogate sulla base del valore ISEE che spesso non rispecchia la reale situazione economica della famiglia o del singolo, diminuiscono inoltre di anno in anno, garantendo sempre meno un reale accesso all’istruzione. Ciò dipende dai continui tagli fatti in nome dell’austerità, dall’irrigidimento di criteri di merito slegati dai condizionamenti sociali ed economici, ma anche dalla regionalizzazione delle competenze sul tema, che ha portato alla frammentazione del quadro di intervento. Ovviamente, della forte differenziazione delle misure da regione a regione, nonché della loro inadeguatezza, ne fanno le spese gli studenti. In questa crisi abbiamo visto gli effetti della regionalizzazione e l’importanza di una gestione pianificata e centralizzata dei servizi fondamentali per rispondere ai bisogni della popolazione, e non possiamo che ribadirla anche in questo caso. Intanto, pretendiamo che in questa situazione di emergenza vengano subito erogate per gli studenti vincitori tutte le rate della borsa di studio, comprese della monetizzazione dei servizi attualmente non erogabili (mense e residenze per chi ora non ne sta usufruendo), senza alcun criterio di merito. Sempre nell’emergenza che stiamo vivendo, pretendiamo che tutti i servizi che continuano ad essere erogati all’interno delle residenze vengano garantiti correttamente e con la sicurezza sanitaria che è fondamentale in un momento come questo e che in alcuni casi non sta venendo rispettata.

Inoltre, I criteri di merito per vincere le borse di studio vanno del tutto aboliti per il prossimo anno accademico in modo tale che vengano basate soltanto sul reddito. Pretendiamo inoltre che, per il criterio reddituale, si accettino alternativamente l’ISEE 2020 o l’ISEE corrente 2020 con il valore fissato al momento della scadenza del bando, a prescindere da modifiche successive, e tramite il quale si può tenere conto in maniera più aderente alla realtà della possibile perdita reddituale e di posti di lavoro che si è verificata in questi mesi di blocco delle attività lavorative.

UN SEMESTRE IN PIU’
Con la chiusura delle scuole e delle università è stata attivata la didattica a distanza. Un metodo che sicuramente non permette di seguire le lezioni adeguatamente, infatti, molti studenti, sia per problemi economici (non hanno un pc e una linea wi-fi abbastanza veloce), sia per problemi psicologici legati alla difficile situazione, non potranno conseguire gli esami. Per questo pretendiamo, innanzitutto, che per tutti gli studenti sia laureandi, sia gli studenti in corso, sia fuori corso, sia dottorandi, venga prolungata la carriera universitaria di almeno un semestre senza un aumento delle tasse.

AGEVOLAZIONI PER LA DIDATTICA A DISTANZA
Moltissimi studenti e dottorandi a causa della chiusura delle biblioteche non riescono a reperire i libri da studiare per gli esami e per la scrittura della tesi. Invitiamo tutti i docenti ad inviare i libri che hanno a disposizione in pdf ai loro studenti “disobbedendo” alla legge del copyright che, soprattutto durante questa emergenza, si dimostra essere un ostacolo all’accesso alla conoscenza. Pretendiamo che le biblioteche universitarie e civiche e le case editrici mettano gratuitamente a disposizione online i loro testi in modo tale che gli studenti non siano costretti ad acquistarli su Amazon (mettendo in pericolo la salute dei lavoratori) e riescano a studiare. Fin dall’inizio della quarantena abbiamo denunciato il sistema malato della privatizzazione della conoscenza ed abbiamo attivato il servizio “Facciamo Rete” per il mutuo scambio di libri di testo (per accederci potete iscrivervi alla piattaforma discord, server collegalementi.it).

ELIMINAZIONE DI TUTTI I TEST DI INGRESSO
Il sistema dei test di ingresso è sempre stato un altro ostacolo al diritto all’istruzione superiore. Con questa crisi sanitaria abbiamo visto il suo totale fallimento: dopo anni di selezioni sia per l’accesso al primo anno, sia per la specializzazione, il nostro paese non aveva abbastanza medici per far fronte a tutti i contagi. Per questo pretendiamo l’eliminazione dei test di ingresso di tutti i corsi di laurea. Al posto del numero chiuso, proponiamo un massiccio stanziamento di fondi pubblici per attivare corsi di recupero che permettano agli studenti del primo anno di laurea di triennale di iniziare e proseguire più facilmente il loro percorso universitario.

BLOCCO AFFITTI E BOLLETTE IMMEDIATO E AUMENTO DELLE RESIDENZE UNIVERSITARIE PUBBLICHE
Milioni di studenti in tutta Italia, soprattutto i fuorisede, stanno soffrendo l’annoso problema del pagamento dell’affitto e delle bollette. Molti hanno perso il lavoro, non hanno alcun risparmio da parte e non possono pesare sulle famiglie. In queste settimane in tutta Italia sono nati coordinamenti regionali per chiedere il blocco dell’affitto e delle utenze formati da giovani studenti e lavoratori. Questa crisi ha fatto emergere il problema del caro affitti, della mancanza di residenze universitarie e della speculazione che va a ricadere sugli esorbitanti prezzi che devono pagare, soprattutto gli studenti fuorisede, per studiare in una metropoli. Quindi, pretendiamo investimenti pubblici per l’aumento delle residenze per studenti e la stabilizzazione di prezzi calmierati per gli alloggi nelle città. Le briciole che fino ad ora le regioni hanno sporadicamente distribuito non sono assolutamente sufficienti! Inoltre, pretendiamo che tutti i rettori di Italia non stiano in silenzio difronte alla situazione tragica in cui i loro studenti stanno vivendo. Se il sapere è potere, se la conoscenza significa prendere posizione, pretendiamo che i rappresentanti della cultura del nostro paese facciano pressione sulle istituzioni regionali e nazionali per risolvere questo problema.

RETRIBUZIONE COMPLETA DI TUTTI I CONTRATTI DI COLLABORAZIONE A TEMPO PARZIALE INTERROTTI
A causa dell’emergenza sanitaria molti studenti hanno dovuto interrompere i contratti di collaborazione a tempo parziale promossi dalle università, perdendo così quell’unica fonte di reddito che al momento poteva garantirgli un minimo di sussistenza economica. Per questo, non solo vogliamo che la partecipazione a questi bandi sia estesa anche agli studenti fuori corso, che sempre più spesso non riescono a portare avanti il piano universitario nei tempi previsti proprio perché devono anche lavorare parallelamente per far fronte a tutte le spese universitaria oltretutto in costante aumento; ma vogliamo anche che l’università retribuisca immediatamente di tutte le ore previste dal bando anche a chi, per ovvie ragioni, non hanno potuto completarle.

RETRIBUZIONE DEI TIROCINI CURRICULARI
I tirocini obbligatori sono sempre più diffusi, e diversamente da quello che ci viene detto, sono pura manodopera gratuita al servizio di grandi imprese.
Durante questa emergenza abbiamo assistito concretamente all’uso di tirocinanti per sopperire alle mancanze strutturali di personale qualificato, come sta succedendo con l’impiego di studenti di medicina e infermieristica che stanno salvando vite mettendo a rischio la propria, senza avere nemmeno diritto di retribuzione perché stanno svolgendo un tirocinio curriculare.

Inoltre, molti studenti in questo momento si trovano in difficoltà economica e non riescono a laurearsi nei tempi previsti anche dalle proroghe perché non possono svolgere il tirocinio curriculare che gli permette di ottenere gli ultimi cfu. Per questo pretendiamo che dove possibile il tirocinio venga sostituito con altre attività formative che non vadano a inficiare sui tempi di conseguimento della laurea e che tutti i tirocini curriculari venga da ora in poi retribuiti.

DIFENDIAMO LA RICERCA
Per i dottorandi, assegnisti e precari della ricerca chiediamo non solo che vengano prorogate le scadenze per tutto il tempo necessario ma che venga garantita la retribuzione per il periodo di proroga. Riteniamo che i finanziamenti per questo periodo debbano venire erogati dallo Stato per evitare che si accentuino le disuguaglianze tra atenei di serie A e atenei di serie B.

Questa situazione di emergenza ha evidenziato sia l’importanza sia l’estrema precarietà del mondo della ricerca. Chiediamo la stabilizzazione di tutti i precari e la garanzia che i costi della crisi non si scarichino sui settori già penalizzati della ricerca.

Le nostre richieste non si fermano all’emergenza perché la crisi sanitaria è stata la cartina tornasole che ha evidenziato i problemi strutturali di un sistema diseguale che riproduce esclusione sociale in ogni sua parte: dal mondo universitario a quello del lavoro. Come giovani studenti, lavoratori, precari, disoccupati, fuorisede e costretti all’emigrazione forzata ci riconosciamo come figli di un organismo che ci sfrutta quando gli occorre e ci abbandona al momento del bisogno. Rendendoci conto di questo, vogliamo mettere in discussione tutto e vogliamo riprenderci il futuro a partire dal presente. È venuto il momento di costringere il governo ad invertire le priorità perché milioni di giovani studenti e precari non sono disposti ad accettare che il dopo quarantena torni ad essere la drammatica “normalità” nella quale vivevamo prima.

Per questo lanciamo il 29 e il 30 aprile una due giorni di mobilitazione sulla questione universitaria per ripensare ed invertire la rotta che ha seguito fino ad adesso il mondo della formazione che si è rivelata un completo fallimento.

Rete Nazionale Noi Restiamo
Campagna nazionale blocco affitti e utenze per giovani, studenti e precari