ASSEMBLEA NAZIONALE UNIVERSITARIA: PER UNA NUOVA UNIVERSITÀ IN UNA NUOVA SOCIETÀ, ORGANIZZIAMOCI!

Per una bussola nelle contraddizioni del presente, costruiamo una piattaforma nazionale di lotta in università
4-5 MARZO A ROMA

Quest’anno, dopo il fermento degli studenti medi dello scorso anno, anche l’università ha visto riaccendersi la miccia del conflitto. Dopo anni di sommesso silenzio in cui il dibattito pubblico è rimasto totalmente estraneo alle problematiche che quotidianamente viviamo come studenti universitari, con la complicità delle organizzazioni studentesche istituzionali e concertative, quest’anno qualcosa è cambiato. In particolare, con l’occupazione della facoltà di Scienze politiche a Roma e con la mobilitazione a Cagliari e l’occupazione dell’aula magna dopo il crollo di una parte dell’Università, la componente studentesca ha iniziato a reagire e ha riacceso il dibattito sulla funzione di questo modello universitario.

Una situazione di fermento e di attivazione che ha attraversato tutte le università d’Italia, ma che in modi e forme diverse ha visto una riattivazione a partire dalle condizioni materiali che viviamo: aule sovraffollate, aumento delle tasse universitarie, mense troppo care, aumento dei costi della vita e degli affitti, ma anche la repressione nelle università e lo sdoganamento totale dei fascisti all’interno della politica degli atenei. Delle mobilitazioni che hanno visto l’avanzamento anche del conflitto politico e una maggiore comprensione degli obiettivi che come studenti dobbiamo porci all’interno dei nostri luoghi di formazione: dalla contestazione all’eccellenza che uccide e genera malessere psicologico, in seguito all’ennesimo suicidio di uno studente universitario, fino alla contestazione della Polimeni alla Sapienza per la gestione politica dell’università e degli spazi di agibilità democratica, a partire dalla consapevolezza che questo modello universitario non è riformabile, ma bisogna romperlo per costruire una nuova Università in una nuova società.

Le mobilitazioni universitarie si sono legate poi insieme alle lotte studentesche e a quelle dei lavoratori nello sciopero generale del 2 dicembre e nella manifestazione nazionale del 3 dicembre. Un momento che ha visto la partecipazione di noi studenti universitari come non si vedeva da anni e che è stato forza propulsiva per le nostre lotte universitarie.

Da qui l’esigenza, sancita con la mobilitazione della Sapienza e il lancio di un’assemblea nazionale avvenuto sotto al Ministero dell’Istruzione il 18 novembre, di costruire un momento collettivo di discussione e programmazione dell’intervento politico in università. Una due giorni che vedrà noi studenti, che in questi mesi ci siamo mobilitati in prima fila, discutere metodi e strategie, dotarci di una chiave di lettura, parole d’ordine e strumenti comuni per portare avanti il conflitto negli atenei e continuare nella costruzione di un’organizzazione giovanile comunista all’interno dell’Università.

L’università infatti è un terreno di lotta strategico in un contesto in cui l’avanzare delle contraddizioni lo vediamo sotto ai nostri occhi: l’ennesima guerra che vede le nostre università schierate al fronte costruito dall’Unione Europea e dalla NATO, una crisi ambientale che mette a dura prova la tenuta non solo del sistema capitalista, ma dell’intera umanità e una classe dirigente miope che gioca con una propaganda ideologica di una transizione green che serve a rafforzare solamente i profitti di imprese e capitali occidentali, una crisi economica e sociale che, in ultimo con l’inflazione, vede un peggioramento complessivo delle condizioni materiali della classi popolari. Oltre a giocare un ruolo strategico come laboratorio ideologico, l’università è anche pienamente “colpevole” delle crisi di questo sistema, che ci forma allo sfruttamento e alla precarietà, con una ricerca totalmente piegata agli interessi privati e che fa del sapere e della conoscenza fonte principale di profitto, che per questo, ha esaurito la sua funzione di emancipazione sociale, e che deve essere completamente abbattuta e ricostruita, in una nuova società.

Abbiamo di fronte la sfida di costruire e organizzare il conflitto per mettere in discussione questo modello di università, rafforzando l’idea che solo un cambiamento complessivo potrà permettere un sistema formativo utile ai bisogni degli studenti e della collettività. È il momento di costruire una piattaforma di lotta che torni a parlare agli studenti, di università, di bisogni, di lavoro e di prospettive future, è il momento di riappropriarsi degli spazi di agibilità politica e democratica con tutti gli strumenti a disposizione, le aule autogestite o occupate, la rappresentanza e il conflitto, negli atenei e nel dibattito politico più acceso,  per questo chiamiamo una due giorni di assemblea nazionale a Roma questo 4-5 marzo, dopo la mobilitazione per l’ambiente del 3 marzo, per costruire insieme le lotte!