¡LA ESPERANZA ESTÁ EN LA CALLE! Campagna nazionale di tesseramento Cambiare Rotta 2025
¡LA ESPERANZA ESTÁ EN LA CALLE!
Combattere il fascismo, costruire un Nuovo Mondo
Campagna nazionale di tesseramento a Cambiare Rotta 2025 a 80 anni dalla Liberazione dal nazi fascismo: compila il forms!
Le classi dominanti occidentali sono colpevoli dell’attuale crisi generalizzata: guerra, genocidio, collasso ecologico, mancanza di prospettive, ritorno di sentimenti reazionari e classisti, imbarbarimento culturale, la nostra generazione deve organizzarsi e lottare. Dall’Italia della destra reazionaria di Giorgia Meloni agli USA del rieletto Trump i tassi di disoccupazione, povertà e mancanza di un tetto salgono alle stelle di pari passo con le spese militari e ci costringono a vivere un presente senza prospettive. Davanti ad un’élite euroatlantica ridotta a navigare a vista in una crisi sistemica a cui non sa far fronte, e a rispondere con controllo, repressione e criminalizzazione a chiunque osi dissentire, emerge con urgenza la necessità di un’ipotesi d’alternativa alla società attuale per le classi popolari e le nuove generazioni. Nel nostro paese, così come nel Venezuela chavista che resiste e rilancia il suo processo rivoluzionario,“la esperanza està en la calle”: contro il fascismo e l’imperialismo l’unica arma è l’organizzazione capillare e militante degli sfruttati che, strada per strada, lottano per un futuro dignitoso, libero da precarietà, sfruttamento e guerra. A 80 anni dalla Liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo, che ricordiamo e festeggiamo con il tesseramento a Cambiare rotta per il 2025, crediamo che l’internazionalismo e la battaglia contro la guerra siano il punto di partenza per riaccendere la fiamma del conflitto contro l’imperialismo di casa nostra e la sua deriva reazionaria.
Le scuole e le università che ogni giorno attraversiamo sono un campo di battaglia fondamentale per questo scontro. Non a caso, infatti, proprio sul terreno della formazione i governi che si sono succeduti e l’attuale esecutivo Meloni hanno lavorato intensamente: non solo meritocrazia e competizione, ma anche l’educazione allo sfruttamento, la militarizzazione, la miriade di messaggi ideologici reazionari che infarciscono la didattica. Mentre giustifica la guerra e le peggiori politiche antipopolari, questa classe politica ha reso la formazione un percorso ad ostacoli e distrutto quanto rimane dell’offerta educativa e culturale, lasciando un’intera generazione in balìa di dispersione scolastica, impoverimento culturale, assenza di riferimenti. Lasciandoci di fatto ad attingere informazioni e modelli di comportamento dai social network di proprietà delle multinazionali dei vari Zuckerberg e Musk, non solo macchine di profitto per l’economia finanziarizzata ma strumenti di subordinazione ideologica, ottimi per incollare lo sguardo sul presente accettandolo come unico orizzonte possibile e pensabile.
Il governo Meloni, come rappresentante dell’“internazionale di estrema destra” in espansione, trova il suo punto di forza negli ingredienti prediletti del fascismo, utili al mantenimento dello sfruttamento capitalistico: l’indifferenza, la de-politicizzazione dei luoghi di formazione, la repressione delle espressioni di dissenso, l’ideologia individualistica del merito, della competizione, del successo personale e del profitto ad ogni costo. Se però ha dovuto farsi largo e stroncare il dissenso a forza di nuovi decreti sicurezza, manganellate, denunce e circolari repressive contro gli studenti che negli ultimi anni hanno ripreso iniziativa e ricominciato a mobilitarsi, è proprio perché dal rifiuto dell’indifferenza e della passività da parte di noi giovani può rafforzarsi un progetto di trasformazione rivoluzionaria dell’esistente.
Ad indicarci la strada, negli 80 anni dalla Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, è il coraggio di chi, partigiano, seppe dal principio schierarsi contro la barbarie fascista, sferrare colpi di sorpresa al nemico che per le strade scriveva Achtung! Banditen e, al momento giusto, imporre una scelta: Arrendersi o perire! Una resistenza che allora trovò una base preziosa nell’organizzazione giovanile comunista, animata da migliaia di giovani sfuggiti alla prigione ideologica della scuola fascista, dell’Opera Nazionale Balilla, della cieca obbedienza all’autorità, e saltati dalla parte giusta della barricata e della Storia. Una resistenza che non fu battaglia per il ripristino della monarchia o per l’instaurazione di una repubblica liberale, ma battaglia di civiltà per una società più giusta e per un Nuovo Mondo.
Se allora, come riportò Gillo Pontecorvo, la disposizione morale della gioventù partigiana era caratterizzata soprattutto dalla «lotta contro l’indifferenza», così oggi dalla rabbia dei giovani di questo Paese trattati alla stregua di rifiuti come dimostra l’assassinio di Ramy Elgaml, dalla battaglia per un nuovo modello di formazione, dal risveglio etico e politico contro la guerra e a sostegno dei popoli in lotta per la propria emancipazione può ritornare in vita l’ideale antifascista che ispirò quella stagione di lotta. Per una nuova società, per un Nuovo Mondo, con Cuba socialista, il Venezuela chavista e al fianco di chi alza la testa contro lo strapotere dell’imperialismo, dal Sud Globale alla “cittadella” occidentale ormai sempre più in crisi. ¡La esperanza está en la calle!
È tempo di Cambiare Rotta: tesserati, organizziamoci!