Grecia. E’ il momento

Proponiamo la traduzione, a cura dei compagni di Noi Restiamo di Torino, di un artticolo di Stathis Kouvelakis, che insegna teoria politica al King’s College di Londra ed è membro del comitato centrale di Syriza, apparso sulla rivista “Jacobin”. Ci sembra particolarmente importante perché rivela come la consapevolezza dell’”irriformabilità” dell’Unione Europea, e quindi della necessità di rompere la gabbia, si

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No Expo. I nervi scoperti del “nemico” in crisi

Finalmente è il 1° maggio, probabilmente il più atteso degli ultimi anni. Atteso ovviamente da tutti quei lavoratori che ancora, seppur sempre più confusamente e certamente non aiutati dal senso comune diffuso dai media di regime, vi riconoscono un certo qual senso di appartenenza storica e culturale da non buttare totalmente alle ortiche passando la giornata al centro commerciale. Un

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Un passato scomodo. La memoria della Resistenza a quarant’anni da “Un biglietto del tram”

Il  fenomeno fascio-leghista, la sedimentazione delle destre reazionarie nel cuore di un continente in crisi e la riscoperta vitalità nazifascista ai suoi confini, sono questioni di rilevanza storica che non possiamo trascurare. Per questo intorno al 25 aprirle la nostra campagna nazionale insiste nel rilanciare iniziative pubbliche di riflessione sul ruolo dei fascisti nella storia del nostro paese e momenti

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Intervista a un militante di Ernai (organizzazione giovanile indipendentista – Euskal Herria)

Come campagna Noi Restiamo abbiamo avuto l’opportunità di ospitare lo scorso 26 marzo l’iniziativa organizzata in varie città d’Italia dall’organizzazione di solidarietà internazionale verso i Paesi Baschi – EHL, Euskal Herriaren Lagunak – a cui abbiamo recentemente aderito. Abbiamo avuto modo in quell’occasione di intervistare un compagno basco membro dell’organizzazione giovanile Ernai, indagato e poi assolto nel processo di illegalizzazione

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I frammenti di realtà in “Vizio di forma”

L’ultimo film di Paul Thomas Anderson, basato su una recente fatica letteraria dello scrittore statunitense Thomas Pynchon, è un oggetto difficile da maneggiare. La cifra stilistica di questo oggetto si può riassumere nello spiazzamento, nel disorientamento che provoca in chiunque tenti di arrivare al suo nucleo fondamentale. Durante la visione del film lo spettatore si trova nella difficile situazione di

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“Magazzino 18” e il vittimismo italiano

Bologna “la rossa”, la chiamavano: da tempo abbiamo potuto verificare fino a che punto ciò non sia più vero. Di recente lo si è visto nel tentativo di impedire un dibattito sulle foibe all’interno dell’università, con la presenza di storici e ricercatori contro il revisionismo storico. E la situazione si è ripetuta negli ultimi quattro giorni con l’assordante silenzio da parte della “società civile democratica” cittadina,

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Whiplash come pretesto. Note sulla critica dell’ideologia artistica

Recentemente è apparso sull’Internazionale un articolo [1] di Goffredo Fofi sull’ultimo film di Damien Chazelle, Whiplash, vincitore di ben tre premi Oscar quest’anno. L’articolo in questione parla del film come di “una favola per gonzi di destra”, cosa che ha fatto storcere il naso a più di uno spettatore [2]. Non è nostra intenzione difendere a spada tratta Fofi, che

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